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Pagina:Jessie White La miseria di Napoli.djvu/207

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proposte fatte per le condizioni di napoli. 193

c’è nello stesso carcere un giovane condannalo per mancato omicidio. Un giornalista insultò suo padre; egli lo prego di desistere; quegli insistette. Il figlio in un accesso di sdegno aggredì l’insultatore. Non lo uccise, e fu condannato a dodici anni; e il mostro stupratore a dieci!

In altro camerone egregio con finestre al settentrione, vetri, impannale e tutto il necessario per l’arte della pittura, trovai un famigerato falsario, che col padre si esercito in questa professione per parecchi anni, rovinando molte famiglie. Il padre n’era già uscito, graziato.

Ed io pensando alla penosa vita che conduce taluno dei più splendidi genii dell’arte in Napoli per provvedere alla fama propria e alla fame di numerosa prole, mi persuasi che il pittore falsario godendo ogni comodo di vitto, potendo ricevere anche clienti per farsi ritrattare, e mettere da parte danaro per l’avvenire, non avrà troppa fretta di abbandonare quel dolce fruttifero soggiorno.

So bene che il fatto della perduta libertà costituisce da se solo una grande punizione, ma i passati Governi almeno fecero si che la paura di questa pesasse formidabilmente sull’anima dei detenuti.

Fra le risposte ai quesiti del Comitato centrale internazionale trovo la seguente:

I carcerati possono in virtù della loro buona con dotta e del lavoro ottenere una diminuzione di pena?

E secondo quali norme applicasi questa diminuzione?

Il Regolamento generale per le Case di pena sta-