Pagina:Jessie White La miseria di Napoli.djvu/252

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238 parte quarta.

private senza fognature e senza cesso, e specialmente negli Stabilimenti industriali; di far portar via tutti i rifiuti della città in luogo innocuo agli abitanti, utile all’agricoltura; d’impedire qualunque commercio malsano nei distretti popolati; di forzare i Comuni a provvedere sufficienti Ospedali, e altresì di provvedere provvisoriamente le medicine per gli ammalati. I mercati, i macelli, l’amministrazione del gas appartengono alla loro giurisdizione, ed eglino possono autorizzare i Comuni a contrarre prestiti per i lavori necessarii alla salute pubblica, dando in garanzia le tasse locali.

Tali leggi e quelle riferentisi al lavoro dei fanciulli e ai suoi limiti non trionfarono senza accanita opposizione delle classi industriali, dei così detti principi mercanti. Costoro si lagnano delle leggi regolatrici delle ore delle fattorie, e proibitrici del lavoro dei bimbi, e specialmente della ultimissima sull’Istruzione Pubblica, le quali autorizzano gl’Ispettori governativi a penetrare nei loro Stabilimenti dal granaio ai sotterranei, a esigere che troppe persone non lavorino nella stessa stanza, che le ruote e le altre parti del meccanismo siano protette in guisa da impedire disastri, che ci sia un medico pagato dal padrone dello Stabilimento, ec. ec. Essi accusano tale sistema di violazione della libertà individuale, d’infrazione della teoria del libero commercio.

Senza dubbio queste leggi umanitarie sono moleste a questi principi mercanti, come fu odiosa l’abolizione della schiavitù ai tenutari di schiavi. Il grand’uomo di Stato americano, Cathoun, aveva messo