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256 | parte quarta. |
CAPITOLO SETTIMO.
I Bastimenti-Scuola.
Varia molto l’opinione intorno al miglior sistema di educare i figli dei poveri, ma tutte s’accordano nell’ammettere che questi Bastimenti-Scuola sono di un’utilità incontrastabile e che quanto più si può moltiplicarli, tanto più si diminuisce il numero dei poveri, e si accresce il servizio effettivo della Marina nazionale.
L’Italia ha molte scuole, è vero; ma i fanciulli sporchi, ignudi, scalzi, di cui io parlo, quand’anche ottengano di entrare in queste scuole, sono affamati e quasi tutti malati: e quando nel giorno hanno appreso a leggere e scrivere, tornano al loro covile, ove, se non sono mandati fuori a rubare la cena, veggono tali cose, odono tali massime, e vivono in mezzo a tali esempi, da disperare che divengano cittadini onesti e morali. Molti di essi frequentano ben altra scuola, quella dei maestri borsaiuoli, ove sopra un fantoccio coperto di campanelli apprendono a rubare il fazzoletto, la catena, la borsa, l’orologio. Quando acquistano tanta destrezza da estrarre l’oggetto senza far suonare un solo campanello, ricevono la patente, ed è loro permesso di portare la preda ai maestri, in altre parole ai camorristi.