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seconda interrogazione sui sordo-muti. | 291 |
nell’Albergo dei Poveri. Così, quanto allo stanziamento del 1872, l’impiego appare.
Quanto alla restituzione della scuola, mi rincresce di dire la parola, ma debbo dirla: si studia.
Veniamo al 1873: ed è a questo punto che mi parve l’esposizione dell’onorevole nostro collega Bertani non fosse precisa. In quell’anno il ministro Scialoia (facendo l’unica cosa che veramente si doveva fare, imperocchè una scuola che non va si sospende o si chiude, e in tal caso si cancella il fondo stanziato per essa), il ministro Scialoia, dico, con un Decreto del 24 luglio scioglie la scuola: onde si entra in una posizione legale: e con un successivo Decreto del 16 ottobre ne mette in disponibilità gl’insegnanti, e allora si comincia a pensare un po’ più vivamente come e dove si debba e si possa riattivarla.
E anche qui noi abbiamo una distribuzione del danaro, fatta secondo il suo giusto e naturale procedimento. Infatti, le disponibilità che cominciano nel 1873, si protraggono fino al 1875, come vuole la legge.
Ora, che cosa si fa per la scuola? S’interroga, si tratta, ma non si viene a conclusione definitiva: finchè nel 1875 il Ministro nomina suo rappresentante il Mordini, prefetto della Provincia. Il Commissario (mi pare che era un Commissario), il Commissario dell’Albergo dei Poveri (era il De Zerbi) tratta per l’Albergo; e si viene concludendo fra di loro a stabilire come debba essere riaperta la Scuola dei Sordo-muti nell’Albergo dei Poveri.
Ma pare che alcune cose là siano mobili; comincia il Commissario a ritirarsi; poi, quando si è sul punto di attuare ciò che è convenuto fra le due Autorità, quella che rappresenta l’Albergo dei Poveri e quella che rappresenta il Ministro della Pubblica Istru-