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la ricchezza dei poveri. 81


Il metodo fisico, cioè l’insegnamento della parola al Sordo-muto, apparteneva integralmente a questa istituzione, adattata subito per ricevere in convitto cinquanta Sordo-muti, i quali: dovevano avere l’età non minore di anni sette, e non maggiore di quindici, avendo l’esperienza dimostrato che, se l’arte dei segni e della scrittura si può insegnare anche in età adulta, l’arte della favella non si può con organi, troppo deboli o indurati.

Il Cazzolini, direttore, riuscì in modo straordinario a dare la parola ai Sordo-muti, e per verità il Governo pose grande amore all’andamento dell’Istituto e gli assegnò 1600 lire mensuali con nuovo rescritto, e le lezioni davansi in pubblico, e Governo e popolo se ne innamorarono sempre più.

Nel 1818 fu deciso che la scuola si trasferisse dall’Università al Reale Albergo dei Poveri. Pur non cessò mai di essere Istituto governativo e d’insegna mento. Figuravano 17,000 lire annue sul bilancio dello Stato; ma reputate insufficiente appannaggio, si risolse che dovesse sopperirvi il largo patrimonio dell’Albergo dei Poveri.

Ed ecco il genuino motivo dell’interrogazione del deputato Abignente nel 1874 sulla chiusura della scuola dei Sordo-muti. Egli prese la parola sul capitolo XXXIII del bilancio per la Pubblica Istruzione, Istituto dei Sordo-muti. Richiamo l’attenzione del Ministro sopra un Decreto del 24 luglio 1873, che scioglieva la scuola dei Sordo-muti. Fece la storia, e la fece bene, fino all’anno 1862, quando scoppiò il conflitto fra la Direzione governativa e l’Amministrazione dell’Albergo