Pagina:Jolanda - Dal mio verziere, Cappelli, 1910.djvu/167

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Italia e Poesia.

Ad un incredulo.

.... Poichè ho la fede, lasciatemi parlare; — e non per la velleità di convertirvi, state tranquillo, nè per un irriflessivo senso d’orgoglio nazionale, e neanche per la vanità d’impancarmi a predicatrice: la fede è degli umili; — degli ignoranti, potreste dirmi; — ma non importa: sia ignoranze, sia illusione, sia amore, la fede è bella e fa del bene e va rispettata.

Io credo dunque alla superiorità del genio poetico italiano, e chi non ha mai accarezzato questa dolce idea mi scagli... il primo elzeviro. Ci credo; e l’altro giorno in questo stesso giornale1 a proposito d’una poetessa gentile ho arrischiato l’osservazione che la prosa francese contemporanea vince la nostra come la poesia italiana vince la poesia francese. Pensavo candidamente che il dirlo in Italia non doveva essere un’imprudenza; invece... ho motivo di credere d’aver provocato una varietà infinita e graziosa di smorfie a giudicare da quella caduta sul margine — la vostra — -che arrivò fino a me.

Non è questione di chauvinisme, ve l’ho già detto. No, poichè la superiorità non la trovo tanto nelle

  1. Idea liberale (Milano 1892).