Pagina:Jolanda - Dal mio verziere, Cappelli, 1910.djvu/202

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E adesso anche quel bimbo che sognava il ciondolo del berrettino è un giovane e sogna la gloria, e s’avvia a diventare uno dei migliori drammaturghi italiani.

Ascoltate, ascoltate, fanciulle, e vi scenda sul cuore la pace onesta e blanda e beata a cui attinge il grillo le sue eloquenti canzoni, e l’uomo l’unica felicità:

Quando il sol cadde e tacquero le squille,
La quïete e l’amor cantano un coro
Alla tribù dell’anime tranquille.

L’uomo è stanco di passi e di lavoro,
La donna ha l’occhio languido e profondo,
Il focolare è una chiesetta d’oro.

Mentre il suo raggio acuto e rubicondo
Cresce o svanisce lottando col cero
E colla luna che accarezza il mondo;

Mentre il musino del gattuccio nero,
Immobile ed intento al limitare
Sogna il suo lungo sogno di mistero;

Come un mesto palombaro nel mare
Io discendo nel cor che Iddio m’ha dato,
E mi guida le perle a rintracciare

Il respiro del bimbo addormentato.

Vagliata così, la poesia di Emilio Praga pare onesta, casalinga, queta, tutta odorante di basilico e d’olivo. E forse questa è più sincera dell’altra che come un limo malsano viene a galla nell’effervescenza delle ore tumultuose. Udite che nomi di gentile tenerezza sa trovare per la madre sua in questi versi a lei dedicati: