Pagina:Jolanda - Dal mio verziere, Cappelli, 1910.djvu/68

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viso al Vecchio secolare e fedele, e lo respinge fino a perdita di forze, e chiama a raccolta per opporglisi tutto l’eroismo di cui può disporre anima umana! Chi ha intorno al desco famigliare delle teste canute e venerande e chi ne ha delle piccine e fragili; chi ha uno stuolo d’angioletti senz’ali da coprir di lana da cima a fondo e chi vigila su un diletto infermo come su un fiore; chi si prepara faticosamente un avvenire nella povertà laboriosa e chi lotta per la vita nella miseria. Tutti, collegiali e soldati, scolari e maestri, operaie e signore, hanno un movimento d’odio e di ribellione per la stagione spietata che aggrava ad ognuno il fardello dell’esistenza. Oh il dolore di una recente perdita, quando la neve fiocca copiosa e lenta dietro ai cristalli a cui appoggiamo la fronte colla mente alla tomba gelida e lontana! Oh l’amarezza sconsolata di qualche addio più assoluto della morte, quando la nebbia cala sulla campagna intorpidita e qualche squilla lontana saluta il giorno e fumano i casolari dove s’accende qualche lume! Oh le lontananze lunghe, le attese snervanti, le lotte segrete, le dissimulazioni eroiche, i desiderii ardenti e vani, nelle brevi e grigie giornate invernali, quando tutto s’impregna d’umidore malsano, e i marciapiedi luccicano, e gli ambienti più raccolti e più gentili e più gai paiono illividire! Oh inverno, come bisognerebbe essere felici per vederti inoltrare senza sgomento!

30 Novembre

....Si è detto e ripetuto che non vi furono mai, come al presente, tante istituzioni benefiche e un maggior numero di scontenti e di bisognosi. È perchè la società nella sua evoluzione verso il pro-