Pagina:Jolanda - Dal mio verziere, Cappelli, 1910.djvu/9

Da Wikisource.

Dilettissima,


Ti ringrazio d’avere affettuosamente assentito ch’io scriva in fronte a questa raccolta il tuo nome che è uno dei vanti gentili d’Italia. I gracili prodotti del mio verziere presentati così sembreranno forse meno meschini. A te, buona, qualcuno parrà anche dolce: come per me qualcuno, avvolto già nelle lontane luci del ricordo, ha perduto il suo qualunque valore reale per acquistarne uno fantastico, inestimabile.

Questo libro contiene i documenti della nostra amicizia. Cominciammo, ti ricordi? con un bisticcio. Un mio interrogativo a proposito d’un poeta ti diede sui nervi: vi rispondesti con amabile vivacità. Io replicai, tu rispondesti di nuovo. E così ci accanimmo per qualche tempo intorno alla produzione intellettuale d’una persona ad entrambe affatto sconosciuta, la quale non avrà probabilmente mai saputo di questa cortese tenzone di dame per causa sua.

Vennero, come messaggi di pace dall’una all’altra, libri, fotografie, lettere. Facemmo quello