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viaggio al centro della terra 127


Tutte quelle meraviglie, io le contemplavo in silenzio. Le parole mi venivano meno per esprimere le mie sensazioni. Parevami di assistere in qualche lontano pianeta, Urano o Nettuno, a fenomeni di cui la mia natura terrestre non avesse coscienza. A sensazioni nuove occorrevano parole nuove, e l’immaginazione non me le forniva. Guardavo, pensavo, ammiravo con uno stupore misto di spavento.

Quello spettacolo impreveduto aveva richiamato sul mio volto i colori della salute; io stava per far cura dello sbalordimento e per operare la mia guarigione col mezzo di questa nuova terapeutica; d’altra parte la vivacità dell’aria densissima mi rianimava, fornendo maggior quantità d’ossigeno ai miei polmoni.

Si comprenderà senza fatica come, dopo un imprigionamento di quarantasette giorni in una stretta galleria, fosse godimento senza fine quello di aspirare la brezza carica di umide emanazioni saline.

Però non ebbi a pentirmi di aver lasciato la mia grotta oscura. Mio zio, già avvezzo a quelle meraviglie, non stupiva più.

«Ti senti forza di passeggiare un poco? mi dimandò.

— Sì, certo, risposi, e nulla mi parrà più piacevole.

— Ebbene, dammi il braccio, Axel, e seguiremo le sinuosità della spiaggia.»

Accettai con premura e cominciammo a costeggiare quel nuovo oceano. Alla sinistra, roccie scoscese, sovrapposte le une alle altre, formavano una massa titanica di effetto prodigioso. Sui loro fianchi scorrevano cascate innumerevoli che se ne andavano in corpi limpidi e sonori. Lievi vapori rimbalzanti da una roccia all’altra segnavano sorgenti calde, ed alcuni ruscelli scorrevano lentamente verso il bacino comune, cercando nei pendii occasione di mormorare più piacevolmente.

Fra quei rigagnoli riconobbi il nostro fedele compagno di viaggio, l’’Hans-Bach, che veniva a perdersi tranquillamente nel mare come se non avesse mai fatto altro sin dal principio del mondo.

«Quind’innanzi esso ci mancherà, diss’io con un sospiro.

— Oibò! disse il professore; esso o un altro che monta?»

Trovai la risposta un po’ ingrata.

Ma in quel momento la mia attenzione fu fermata da