Pagina:Kant - Critica della ragion pura, vol. I, 1949, trad. Gentile-Lombardo.djvu/123

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introduzione 101

rità? La definizione nominale della verità, come l’accordo della conoscenza col suo oggetto, è qui ammessa e presupposta; ma si desidera sapere qual sia mai il criterio generale e sicuro della verità in ciascuna conoscenza.

È già una grande e necessaria prova di saggezza di acume il sapere che cosa ci si debba razionalmente domandare. Giacchè, se la domanda in sè è assurda e vuol risposte inutili, presenta, oltre alla vergogna di colui che la solleva, anche l’inconveniente di spingere l’incauto uditore a risposte inconcludenti, e di dare così ridicolo spettacolo che uno, come dicevano gli antichi, munge il becco, e l’altro tiene sotto uno staccio.

Se la verità consiste nell’accordo di una conoscenza col suo oggetto, bisogna per ciò stesso che questo oggetto sia distinto dagli altri; giacchè una conoscenza è falsa, se non contenga qualche cosa che potrebbe bene valere per altri oggetti. Ora, un criterio generale della verità potrebbe esser quello che fosse valido per tutte le conoscenze, senza distinzione dei loro oggetti. Ma è chiaro che, se si fa astrazione in esso da ogni contenuto della conoscenza (rapporto col suo oggetto), poichè la verità riguarda appunto questo contenuto, riesce assolutamente impossibile e privo di senso andare in cerca di una nota della verità per questo contenuto della conoscenza; ed è chiaro perciò che è impossibile che sia dato un carattere distintivo sufficiente e a un tempo universale della verità. Come noi più sopra abbiamo già chiamato il contenuto di una conoscenza materia di essa, così si dovrà dire, che non si può chiedere un carattere generale della verità della conoscenza quanto alla sua materia, perchè ciò è in se stesso contraddittorio.

Ma, per ciò che riguarda la conoscenza quanto alla semplice forma (mettendo da parte ogni contenuto), è altrettanto chiaro che una logica, in quanto espone le leggi generali e necessarie dell’intelletto, deve appunto in queste leggi fornire i criteri della verità. Infatti, ciò che contraddice ad esse, è falso, perchè l’intelletto allora contrasta