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sezione prima - dello spazio | 71 |
§ 3.1
Esposizione trascendentale del concetto di spazio.
Per esposizione trascendentale intendo la definizione d’un concetto, come principio dal quale si possa scorgere la possibilità di altre conoscenze sintetiche a priori. A questo fine si richiede: 1) che realmente tali conoscenze discendano dal concetto dato; 2) che tali conoscenze sieno possibili solo se si suppone una determinata definizione di questo concetto.
La geometria è una scienza che determina la proprietà dello spazio sinteticamente e, nondimeno, a priori. Quale dev’essere dunque la rappresentazione dello spazio, affinchè sia possibile di esso una tale conoscenza? Originariamente dev’essere un’intuizione; perchè da un semplice concetto, non possono derivare proposizioni che lo oltrepassino, come accade in geometria (Introd., V). Ma tale intuizione dev’essere in noi a priori, cioè prima di ogni percezione di un oggetto; e perciò intuizione pura, non empirica. Le proposizioni geometriche infatti son tutte quante apodittiche, cioè congiunte con la coscienza della loro necessità; per es., che lo spazio ha solo tre dimensioni; ma tali proposizioni non possono essere giudizi empirici o sperimentali, nè derivarne (Introd., II).
Come dunque può essere nello spirito una intuizione esterna, che preceda agli oggetti stessi, e nella quale il concetto di questi possa esser determinato a priori? Evidentemente solo ad un patto, che essa abbia sua sede soltanto nel soggetto, come sua disposizione formale ad essere modificato dagli oggetti, e a conseguire per tal modo la loro immediata rappresentazione, cioè l’intuizione, dunque soltanto in quanto forma del senso esterno in generale.
- ↑ Aggiunta della 2ª edizione. Tutto questo paragrafo è un rifacimento in sunto, dei §§ 6-9 dei Prolegomeni.