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glia è stato immaginato presso le altre nazioni, e dimostra per esempio, che in nessuna religione positiva è possibile l’universalità, e necessità dei dogmi e delle forme.
Si dice, che il viaggiare renda un poco eterodosso o indifferente riguardo al culto prescritto; ed alcuni hanno creduto meglio accomodarsi non solamente secondo la maniera di vivere delle nazioni estere, ma di viver anche secondo la loro costituzione politica e le loro usanze religiose. Quello che vi è di falso in ciò non è in verun modo cagionato dalla geografia; il bene che ne nasce può derivare anche senza il viaggiare.
Il viaggiatore non può in alcun modo essere privo di cognizioni geografiche. Esse sono i migliori e i più necessarj preparativi per viaggiare; la geografia insegna al viaggiatore a quali oggetti dirigere l’attenzione, e gli disegna il piano, secondo il quale ha da fare le sue osservazioni.
Così la geografia coltiva e incivilisce nel medesimo tempo, ed è una parte assai importante della cognizio-