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L’ACCIDENTE FERROVIARIO | 127 |
hanno certamente una parte, poiché non possiamo riferire altro che ad esse il movimento di rotazione della terra. Sembra quindi logico, data la completa equivalenza dell’inerzia e della gravità, ammettere resistenza delle azioni di gravitazione delle stelle.
Terminiamo con una obiezione che può essere fatta alla nostra rappresentazione; i nostri osservatori, si dirà, risentirebbero essi stessi l’arresto brusco della loro impalcatura: essi sarebbero precipitati e non si meraviglierebbero piú che lo stesso fatto fosse capitato al treno, ed essi non ammetterebbero come causa un campo di gravitazione o qualche cosa di simile.
Ma ragionare cosí è un ritornare al punto di vista assolutista delle azioni dello spazio in sé. La confutazione di questa concezione è naturalmente impossibile, poiché essa è costruita tanto logicamente e senza maggiori contraddizioni di quanto lo sia la concezione relativista. I metodi logici, anche se aiutati dall’analisi matematica, non possono far prevalere l’una o l’altra teoria. Non questi metodi, ma una specie di istinto ha condotto Einstein, e Mach molto tempo prima di lui, a preferire la relativista. A lungo andare, è vero, né l’istinto, né l’intuizione devono decidere: la decisione spetta ai fatti, e di questi daremo ora un breve apprezzamento.