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144 LA RELATIVITÀ GENERALE

quello di Copernico, non solo per il merito, ma per la messa in rilievo dei punti di vista concreti. A me sembra che il raffronto vada molto più lontano di quello che ordinariamente si ammette, perché si giudica in modo ingiusto non la teoria di Einstein, ma quella di Copernico. Chi non è astronomo in genere pensa che l’unico dovere, o almeno il dovere principale dell’astronomia, sia quello di stabilire se la terra è in movimento, e siccome Copernico ha condotto questo problema a buon fine, egli resta “l’astronomo” per l’eternità. Ma di questa concezione non è qui il luogo di parlare. Come ogni altra scienza, l’astronomia deve osservare, poi raccogliere ed ordinare le sue osservazioni in una teoria. Questo secondo dovere essa lo compiva in altri tempi in una maniera che, ai nostri giorni appare molto insufficiente, ed è a causa del principio di relatività cinematica che la concezione di Copernico poteva appena giovarle in ciò. Quel che essa poteva far valere in suo favore non era evidentemente una migliore messa in ordine dei fatti, ma una straordinaria unificazione della intera teoria per mezzo dell’introduzione di un punto di vista assolutamente nuovo. Gran parte dell’astronomia pratica ed anche teorica non veniva con ciò ad essere toccata, e poteva passare completamente nella nuova dottrina. Accade lo stesso per alcune vaste branche della fisica, e per quasi tutta l’astronomia nella teoria della relatività. Ciò che le due concezioni potevano far valere non erano in prima linea dei fatti, ma la grande importanza dell’unificazione e della semplifica-