Pagina:Kulmann - Saggi poetici.djvu/21

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cosa seguire passo a passo lo sviluppo e il progresso del suo spirito, senza restar muto e sorpreso. Non vi era nella natura, o nel consorzio degli uomini, un solo oggetto rimarchevole che non attraesse l’attenzione di lei e non le si mostrasse in un modo chiaro e intelligibile: ogni nuova idea direi quasi, per essa, una nuova forza che suscitava una scintilla di luce, e un nuovo calore. Allorquando si dava allo studio delle scienze naturali, visitava spesso il ricco Gabinetto Mineralogico del Corpo delle Miniere. Chi avrebbe creduto in veggendo quella giovine e vaga donzella osservare con tanta attenzione ogni pietruzza, che nol facesse per giuoco? Ma bene spesso, a lungo intervallo di tempo, ritrovavansi ne’ suoi ragionamenti allusioni frequenti a quegli oggetti istessi, o alcuna similitudine che vi avea relazione. Allorquando poi il suo talento poetico si sviluppò, spesse volte dicea non comprendere come si potessero fare descrizioni leggiadre, senza aver prima studiato con tutta la diligenza possibile gli oggetti de’ quali si vuol tracciare il quadro, e che stimava che lo studio profondo delle cose e lo spirito creatore, fossero egualmente necessari per costituire il vero poeta. Il suo desiderio d’apprendere non può trovar paragone che con la sua facilità nell’imparare. Ciò che più sorprendeva, si era l’arte che possedeva di combinar fra loro le cose. Appena che una verità qualunque gli era dimostrata, ella scorgevala a un tratto sotto tutti i suoi rapporti, ne induceva le conseguenze, e ne indicava le similitudini, senza tralasciare qualsisia menoma differenza che degna fosse di meditazione: quel suo genio ardente tutto abbracciava in un istante, ed ogni oggetto poneva al luogo che gli conveniva. Niuna cosa astratta, niuna idea per quanto meschina si fosse non si fermava lungo tempo nella sua mente senza rivestirsi di forme vivissime, senza animarsi al calore del cuor suo, e colorarsi delle vaghe tinte di quella fervida immaginazione.

Per forze morali di quella tempra, e capaci di così fatti sforzi, presto insufficienti si resero le nozioni che poteva attingere in quei suoi libri scientifici e nell’insegnamento dei suoi precettori. Ogni nuovo oggetto era per lei nuovo argomento di meditazione e di