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BIONE


INVENZIONE DELLA DANZA

«Dunque la madre nostra
     Sol da mortali labbra
     Sempre lodata fia?
     (Disse Amore alle Grazie,
     5Il dì innanzi alla festa
     Di Venere sorgente
     Dalla marina spuma)
     E noi, sua prole, dunque
     Spettatori saremo?
     10Udite un mio consiglio!
     Ver la sera adunate
     Tutte le Ninfe vostre
     Là nel Sacro Giardino
     Che verso il mar si volge;
     15Anch’io verrò da miei
     Fratelli accompagnato;
     E troverem la via
     Di rallegrar la madre,
     Quando, compiuto il rito,
     20A goder di quell’aure
     Nel giardin suo ritorna.
Accoglie l’adunanza
     Ciò che propone Amore
     Con applauso indiviso,
     25Ed impiega ciascuno
     L’avanzo della notte
     A far bene sua parte.
     «Tu, della madre nostra
     Il ritratto vivente,
     30Non temere, o Talia!
     (Così le disse Amore)
     S’è d’uopo, il tuo fratello
     Tiene agli omeri le ali.»
Rosea l’aurora stava
     35Sovra i monti di Cipro.
     E come l’onde scosse
     Dall’aura mattutina,
     L’una l’altra incalzando,
     Spingonsi sulla riva
     40Del solitario mare;
     Così l’immensa turba
     D’adorator divoti
     Al sacro Pafo appressasi.
     Appena il sol radiante
     45L’ostel della Reina1
     Di sua luce indorava,
     Che le trombe sonore
     Davan segno alla festa.
Da sè stesse si schiudono
     50Con prolungato suono
     L’alte dorate porte
     Del misterioso tempio.
     Nel suo vasto recinto
     Regna profonda notte
     55Intorno all’ampia conca,
     Che sostien, d’ara in vece,
     La grazïosa immagine
     Della giovine Dea,

  1. Edifizio antichissimo sulla cima la più alta dei monti dell’isola.