Pagina:L'Anfiteatro Flavio detto il Colosseo.djvu/11

Da Wikisource.

- 7 -

Quelle del secondo e terz’ordine eran guernite di parapetti, da ognuno de’ quali sporgeva un piedestallo con di sopra una statua; senz’esservi in ciò altra differenza, che quella che parea dovuta ai quattro principali ingressi del Colossèo; su i quali, invece di statue, posavano con basamento di marmo altrettante quadrighe.1

Le 80 arcate del prim’ordine erano altrettante porte, per le quali si entrava nell’interno dell’anfi-

  1. Che le arcuazioni esterne dell’Anfiteatro Flavio nel secondo ordine e nel terzo ornate fossero di statue, è cosa dimostrata per modo delle medaglie, che non può esser posta in controversia da alcuno, senza impugnare la fede de’ monumenti tanto autorevoli. Incominciando da Tito sino al terzo Gordiano, la rappresentanza dell’Anfiteatro non è scompagnata da questo ornamento, siccome può vedersi nelle medaglie poste in fronte di questa memoria, già replicatamente divulgate e celebri fra numismatici. Chi stimò che le statue non fossero altrimenti infisse e proprie di questo insigne monumento, ma sì aggiuntevi temporariamente in istraordinarie circostanze, e crediamo che fosse primo fra questi il Guazzesi (diss. sugli Anfiteatri), si fondò specialmente sulla mancanza delle basi o piedistalli di esse statue, che avrebbero dovuto trovarsi ancora ne’ luoghi dove le statue erano collocate. Quindi il Marangoni scrisse: «Ma per quello che concerne le statue negli archi di questo edificio, noi volentieri concorriamo nell’opinione del signor Guazzesi, ch’elleno non fossero stabili o di marmo, ma dipinte o d’altra materia e mobili; sicchè si esponessero in mezzo degli archi secondo la qualità de’ spettacoli che si rappresentavano nell’Anfiteatro. Ciò argomenta questo erudito dal non vedersi nel mezzo di detti archi alcun segno di basi o di piedistalli, che se state fossero stabili e di marmo dovrebbero comparirvi» (sin quì il Marangoni memorie sacre e profane dell’Anfiteatro Flavio a carte 16). Ma l’argomento del Guazzesi cade innanzi all’osservazione più accurata del monumento. Non vi sono è vero i piedistalli o le basi delle statue; ma come pensare che vi potessero durare, essendo stati essi in marmo o non difficili da rimuover dal luogo, quando si sappia quel governo si è fatto, e per molti secoli, del materiale del Colossèo. Se però i piedistalli o le basi furono tolte, rimangon bene segnati i luoghi dove furono, vedendosi ancora le cavità dove erano posti i perni di bronzo per meglio assicurarli ove fu stimato che ne avesse mestieri. Per questo dunque, che il diligentissimo Lucangeli debbe avere osservato senza meno nelle sue investigazioni, e per la testimonianza delle medaglie, credo che egli abbia con ogni ragione aggiunto le statue nel suo commendevolissimo ristauro della stupenda antica mole.

    P. E. Visconti