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Pagina:L'Anticristo.djvu/65

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limiti della ragione, questa è unicamente la vera filosofia... Con quale obbietto «Dio» diede all’uomo la rivelazione? Come avrebbe fatto Dio qualche cosa di superfluo? L’uomo «può» sapere di per sè stesso ciò che è buono o cattivo, per questo è che Dio gli insegna la sua volontà... Moralità: il «sacerdote» « non » mente, — la questione del «vero» e del «falso» non esiste nelle cose di cui parlano i sacerdoti; queste cose non permettono in nessun modo di mentire. Perchè, per mentire, sarebbe necessario poter dire «ciò» che è vero in questo caso. Però questo è precisamente ciò che l’uomo non «può»; ed è per questa ragione che il sacerdote è il portavoce di Dio. Un simile sillogismo da sacerdote non è in assoluto, soltanto giudeo e cristiano; il diritto alla menzogna e la «prudenza» della «rivelazione» appartiene al tipo del sacerdote, ai sacerdoti decadenti come ai pagani (pagani son tutti quelli che affermano la vita, per i quali «Dio» è la grande espressione dell’affermazione di tutte le cose). La «legge», la «volontà di Dio», il «libro sacro», la «ispirazione» — parole che non designavano altro che le condizioni sotto cui il sacerdote arriva al potere — queste idee si trovano in fondo a tutte le organizzazioni sacerdotali, a tutti i governi ecclesiastici o filosofo-ecclesiastici. La «santa menzogna» — comune a Confucio, al codice di Manù, a Maometto e alla Chiesa cristiana: — questa menzogna non manca in Platone. «La verità è qui»: ciò significa dovunque, «il sacerdote mente»...


LVI.


In fine, importa sapere con quale «obbietto» si mente. Io getto in faccia al cristianesimo la sua mancanza di fini «sacri». Non vi sono che fini cattivi: avvelenamento, calunnia, negazione della vita, disprezzo del corpo, degradazione ed avvilimento dell’uomo per mezzo dell’idea; «per conseguenza» i suoi fini sono cattivi. Con opposto sentimento leggo il codice di «Manù», il libro incomparabilmente spirituale e superiore; il «nominarlo» insieme alla Bibbia sarebbe un peccato contro lo «spirito». S’indovina subito; c’è una filosofia vera dietro questo libro, e non solo un miscuglio nauseabondo di rabbinismo e superstizione. Offre qualche cosa anche ai psicologi più delicati. Non dimentichiamo l’essenziale; ciò che