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Pagina:L'Effigie di Roma.djvu/38

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38 strenna festiva


Fra questi quindici denari collegiali il solo n. 194 non trova corrispondenza. È vero che esiste un denaro n. 42 colle lettere MA scritte in nesso, ma non vorrei decidere, se dobbiamo ricorrervi, o piuttosto supporre, che un denaro fatto anteriormente da uno di quei tre monetari non ci sia pervenuto. In riguardo a quello con CORDI e KALENI faccio osservare, che quanto ho scritto di sopra a proposito del caso genitivo vale pure a confermare la conghiettura, che Cordus appartenesse a una famiglia, il cui nome già si trovò sopra un denaro più antico. Confrontiamo ora le gentes, nelle quali il cognome Cordus era in uso. Quattro di esse non si conoscono affatto nella numismatica repubblicana cioè Abutia, Cremutia, Grania, Mucia; altre tre Aelia, Lucretia, Valeria non ricorrono se non colla giunta di altri cognomi. Restano le tre gentes Caesia, Fabia, Iulia, delle quali abbiamo denari più antichi, dove il monetale si è scritto col prenome e nome senza il cognome. Ma fra essi l’unico denaro di L. Caesius n. 178 offre una bella ed importante analogia con quello in discorso, tanto nel numero delle figure che compongono il tipo cioè i due Lares, quanto nella forma e nella disposizione, peraltro rarissima, dell’iscrizione illustrativa scritta in due nessi ai due lati di quelle figure. Per tutto ciò credo che il denaro si può attribuire alla gens Caesia e che Roma ed Italia vi sono unite l’un’all’altra come sul denaro più antico i due Lares.

Il collega di Cordus Kalenus potrebbe forse identificarsi col solo senatore che si conosca di questo nome Q. Fufius Q. f. Q. n. Kalenus, il quale era tribuno del popolo nel 693 e console nel 707, vd. il Mommsen nella nota; siccome però un esemplare del denaro è stato trovato nel tesoro di Hév-Szamos nascosto circa ventisei anni prima di quel consolato, così quel Kalenus avrebbe amministrato la zecca in età molto giovanile.