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98 ITALIA ARTISTICA

baramente racconcia e intonacata da non so che proprietario che ne ha fatto il belvedere d’una sua villa.

Domo, come appare nel dipinto settecentesco della chiesa parrocchiale di Bognanco dentro, era cinta di mura e di torri, che risalivano al secolo XIV quando i cittadini avevan dovuto cercare una stabile difesa contro le incursioni dei Vallesani; Filippo Maria Visconti e gli Sforza poi avevan rafforzato le mura e munito validamente il vecchio castello, che solo il secolo XIX, quando la strada del torrione del castello di vogogna (sec. xiv). Sempione, col suo largo nuovissimo rettifilo, obbligò ad abbatter in gran parte le mura e a sventrar la borgata, vide smantellato, poi raso al suolo. Rovinosa dispersione di tante memorie vetuste! ma la cerchia antica spezzata permise al borgo di allargarsi con nuove vie, palazzi e case verso la campagna aperta, rapidamente assumendo veste e aspetto maggiori di città.

Più del castello cittadino ebbe, del resto, fama nella storia il maggior castello di Mattarella, che incoronava a sud della città il poggio (ora chiamato il Monte Calvario) dominante il corso della Toce e la via da Domo a mezzodì. Eretto nel secolo XIII se non prima, e cresciuto rapidamente a giurisdizione feudale così vasta da