Pagina:L'Ossola di Carlo Errera.djvu/31

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OSSOLA 21

d’un’italianità schietta, che in pochi luoghi e con ben rari segni rivela traccia d’influenze straniere.

Se, tranne che nelle alte valli e nell’isola etnica d’Ornavasso, l’influenza transalpina si manifestò nell’Ossola in modo così poco appariscente, ben diversamente improntò di sè tutto il paese, fin dal principio del Medio Evo, con profondo rivolgimento in ogni manifestazione di civiltà e di cultura, la diffusione del ponte antico in val bognanco. cristianesimo, qui operata specialmente per merito dei santi fratelli Giulio e Giuliano sullo scorcio del secolo IV.

Prima chiesa matrice dell’Ossola tutta fu, secondo la tradizione, quella ch’esiste ancor oggi dedicata a san Quirico e a santa Giulita madre di lui, eretta solitaria fra i vigneti, a piè della collina, pochi minuti fuor di Domodossola verso mezzogiorno; il quieto recesso, quasi nascosto al riparo del forte poggio di Mattarella, è valso a salvare questa dalla ruina toccata a tutte le chiese antiche della vicina Domo. Rozza e semplice, nella sua piccola pianta rettangolare a una sola navata, come niun’altra delle vecchie chiese dell’Ossola (tranne la santa Marta di Mergozzo), guasta sulla facciata e sul fianco sinistro da misere appiccicature assai tarde, trasformata nelle finestre, che quasi nulla hanno più della forma originaria, e rifatta in