Pagina:L'Utopia e La città del Sole.djvu/197

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sull'ottima repubblica. 173

blica solare non avrebbero luogo, poichè le donne abitano separatamente e non avviene l’unione se non secondo la legge, i tempi e i luoghi prefissi. Ciò poi che si accorda nella repubblica solare, per fuggire la sodomia e un mal maggiore, si accorda pure nella religione cristiana; poichè il marito può usare senza peccato della moglie ancorchè gravida, per estinguere la libidine, e non per la generazione. Io poi provvidi affinchè questo seme non vada perduto, e diedi tutti i miei precetti per la conservazione della repubblica; gli altri poi non sono riprovati dagli stessi filosofi secondo il diritto naturale, e Aristotile in grazia della salute raccomanda il coito ai non generanti, come pure Ippocrate ed altri per ischivare mali maggiori.

Ora in particolare rispondo alla prima obbiezione. Che quel tutti si può prendere nei due sensi: poichè tutti fino ad una certa età, determinata nel testo, sono padri di tutti collettivamente e separatamente: il primo è vero, secondo l’atto naturale, l’altro poi secondo la carità naturale. Nè da ciò vien diminuita la carità, ma solo la cupidità e l’avarizia; poichè l’uomo, regnando la divisione, è disposto ad amare i proprj figli più che non conviene, e a disprezzare gli altrui oltre misura. L’uomo saggio poi ama più i migliori ancorchè d’altri, ed ha maggior cura del cattivi per migliorarli: poichè riesce spiacevole il vedere tante deformità nel genere umano, e quindi abbiamo orrore dei zoppi, dei ciechi, dei miserabili perchè sono del nostro genere e rappresentano a ciascuno la propria infelicità. Per la comunanza poi dei figli, dei fratelli, dei padri, delle madri, si provvede in modo da diminuire il troppo amor proprio che è la cupidità, e da aumentare l’amor comune cioè la carità. Quindi S. Agostino disse amputatio proprietatis est augmentum caritatis e si deve piuttosto credere a S. Agostino che ad Aristotele, e col primo sta pure S. Paolo che dice: caritas non querit quæ sua sunt, cioè antepone le cose comuni alle proprie, non le proprie alle comuni. Nell’unione dei monaci si vede lo stesso, poichè il monaco