Pagina:L'aes grave del Museo Kircheriano.djvu/20

Da Wikisource.
4 prefazione

gio farebbesi all’ingegno e alla civiltà degli abitanti antichi di queste provincie, quando imaginar si volesse, ch’eglino dopo aver veduta la moneta altrui coniata in una comodissima forma, dopo avere nelle loro città allargato l’uso del conio in oggetti di puro lusso e di semplice ornamento, s’appigliassero al non onorevole partito di fondere la propria moneta con un tal metodo, che se offre molti vantaggi in confronto dell’aes rude rimane incomparabilmente più incommodo della moneta di seconda invenzione, e la fondessero per tanta lunghezza di tempo, prima di conformarsi al costume già divenuto universale.

Pertanto chiunque voglia co’ monumenti tessere la vera storia di questa bell’arte, non ha mestieri d’uscire d’Italia per rivenirli. Troverà tra noi l’aes rude che si trasforma in aes signatum, e questo in tre diverse forme, rettangolare, elittica, rotonda. Troverà la forma rotonda dell’aes signatum discendere gradatamente da quel peso, che porta il titolo di grave a pesi minori, dall’asse di dodici a quello di due oncie. Lo troverà dapprima senza le utilissime note del suo legitimo valore, quindi co’ segni diversi de’ diversi suoi prezzi. L’avrà dapprima senza una lettera o parola, che ne indichi la patria; quindi con le indicazioni o iscrizioni de’ suoi diversi padroni, nelle quali pure appariscono i miglioramenti che il tempo a poco a poco veniva arrecando. Avrà per ultimo il trapassare dell’arte dalla fusione al conio, e in questo vedrà le prime pruove assai rozze migliorare rapidamente, e sollevarsi alla più squisita ed insuperabile eleganza. Con la quale svariatissima copia di monumenti non prenderemo noi mai a predicare, che quelle antiche menti italiane sieno state anche di quest’arte insegnatrici ad altrui. La sola cosa che vorremmo ci fosse conceduta, sarebbe, che contro la troppo evidente ragione de’ fatti niun ci venisse a dire, che gli antichi italiani nell’arte della moneta figurata sieno stati discepoli a stranieri maestri.


DEL PESO E VALORE DELL’ AES GRAVE


La qualità e quantità del metallo sono state in ogni tempo la giusta regola del valore della moneta. Del qual valore volendo noi ora dir poche cose, stimiamo opportuno l’ accennar brevemente a quelle ragioni di civile economia, che furono guida al ritrovamento e ordinamento della moneta medesima. Erano i venditori e compratori che si creavano quest’arte, per procacciare a’ traffici sicurezza e comodità sempre maggiore. Con togliere l’ aes rude dall’ arbitrio de’ privati, i quali per ingiusta cupidità potevano in troppe guise snaturarlo e corromperlo, e con affidarlo a’ publici magistrati, acciocché con imparziale giustizia il ponessero a severo esame, il dichiarassero di sincera natura, il marcassero con le impronte della loro autorità, stimarono d’avere ottenuta la sicurezza, di che andavano in traccia. Con