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Pagina:L'aes grave del Museo Kircheriano.djvu/87

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RAGIONAMENTO CL. I. 71

epigrafe ROMA pare indichi la cittadinanza che da Roma ricevuta avea il popolo a cui spetta.

Finalmente in fronte alla Tavola XII. abbiam fatto incidere i sessanta, quaranta e venti sesterzj, non per altra ragione, se non per rivendicarne il pieno diritto alle officine urbane di Roma. L’Eckhel con qualc’altro, ammirando il magnifico magistero di quelle monete, le vuol fabricate nella Campania o nella Lucania. Noi ci appelliamo da prima alle monete coniate della prima parte della Tavola III. C. Perchè tutte quasi sono d’una medesima bellezza, avrem perciò ragion buona da conchiudere, che neppur una d’esse sia stata operata in Roma? E molti de’ più antichi denari romani non son eglino pure d’assai buona maniera? Anch’essi adunque li manderemo raminghi dalle zecche di questa città? Abbiam già fatto osservare, che nella occorrenza della doppia introduzione de’ due diversi generi di moneta fusa e coniata, Roma si servì, come sembra, d’artisti stranieri, e che dopo introdotte le due arti, ebbe o nell’interno o dal di fuori delle sue mura alcuni ottimi operatori di conj, da’ quali pare debbansi ripetere le non barbare e non cattive monete romane. D’altronde se debbasi ricorrere alle officine lucane e campane per trovar ragione di questi aurei, converrà conchiudere, che Roma concedeva a’ latini il diritto ed il vanto di coniare l’oro; il vedeva presso tutte quasi le città dell’Italia più meridionale e della Sicilia, ma ch’ella per se non se ne prevalse, se non verso i tempi ultimi della republica. Per ultimo il segno del valore su la moneta d’oro e d’argento è proprietà quasi esclusiva di Roma. Gli stessi latini coniarono il proprio oro ed argento senza stampare sopra il prezzo: solo i tre nostri aurei portano questo carattere. Ma se la dottrina intorno alla moneta latina troverà fede, come ci giova sperare, si diminuirà in gran parte il bisogno d’andar pellegrinando per istraniere provincie, a fine di rinvenire le fabriche di questi e di molt’altri monumenti, che truovansi continuamente nelle nostre terre latine.

DELL'ARTE CON CHE SONO MODELLATE LE MONETE DI QUESTA
PRIMA CLASSE.


Siamo a quella parte del nostro lavoro, la quale più dell’altre desterà l’attenzione e richiamerà la critica d’un gran numero di que’ che attendono a quest’arduo genere di studj. Forse non si stimerà né assurdo né improbabile, che alla storia civile e militare degli antichi popoli di questa provincia cistiberina si possa mandar congiunta anche una storia numismatica. Molti in faccia a tanto numero e varietà di monumenti non sapranno scorgere alcuna disconvenienza tra il fatto della moneta primitiva romana e quello della moneta primitiva latina, rutula, volsca. Si giungerà forse anche a tenere per certo, che quelle gravi multe di aes grave, in cui, giusta il racconto degli