Pagina:L'asino d'oro.djvu/118

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102 dell'asino d'oro

con convenevole larghezza e lunghezza benissimo compartite, e le mura di oro schietto rilucevano in guisa da per loro, che la casa si facea giorno, ancorchè il sole l’avesse a schifo; e uguale era lo splendor delle camere, così erano luminose le loggie, e in quella medesima guisa mostravano le porte la lor chiarezza. Nè erano le masserizie e gli abbigliamenti disconvenevoli alla maestà di tanto palagio. Sicchè tu avresti giudicato che quella fusse una stanza celeste, edificata per lo gran Giove, volendo egli alcuna volta avere l’umana conversazione. Invitata adunque Psiche dalla grandissima bellezza dello stupendo e maraviglioso luogo, si andava accostando più oltre; e di mano in mano più ardita, se n’entrò dentro alla porta: e prendendo ognora maggior piacere della bella vista, e ora una cosa e ora l’altra riveggendo, ella se ne salse su da alto; e veduto le guardarobe con grandissimo magistero condotte, piene di tante stupende ricchezze, s’immaginò quello che era in verità, che egli non fosse cosa al mondo che quivi non si ritrovasse: e quello che soprattutto la empieva di maraviglia, era, che sanza alcuna chiave, sanza alcuna serratura, senza guardia alcuna si custodiva là entro il tesoro di tutto il mondo. E mentre che ella con suo grandissimo piacere riguardava tanta felicità, e’ le venne udito una voce di corpo ignuda, che all’improvviso offertasele agli orecchi, le disse in questo modo: Perchè ti prendi, o padrona, tu così fatta maraviglia di tante bellissime ricchezze, le quali tutte sono le tue? Èntratene adunque in questa grande e bellissima camera, e messati nel letto, prendi riposo sintantochè da te sia partita cotesta tua stracchezza, e poscia, quando ti piace, vattene in quel bagno: noi, delle quali tu sola ascolti le voci, preste servitrici a’ tuoi bisogni, con gran diligenzia ti amministreremo tutto quello che ti sarà di mestiero: e curato che tu avrai il corpo, egli non ti mancheranno vivande regali, con gran prestezza e con soavità non picciola preparate. Conobbe Psiche la beatitudine della divina provi-