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162 dell'asino d'oro

bestie da some, se ne ritornò da quei ladri, ed io con loro; che Iddio lo sa, s’io vi andai più che volentieri: perciocchè e l’una, ch’io era soverchio curioso di veder cose nuove, io sperava veder la vendetta di quei ladroni, i quali avendoli Lepolemo e i compagni ritrovati ancor più dal vino che da altri legami avviluppati, gli trassero fuor dell’uscio; e posciach’egli ebbero ritrovate tutte le robe, e ch’e’ ci ebbero caricati noi altri d’oro e d’ariento e d’altre cose di pregio, e’ dierono ad una parte di loro, così legati e rinvolti come egli erano, la spinta giù per una di quelle ripe; e ammazzati il resto colle loro armi medesime, gli lasciarono a dar pasto alle fiere e agli uccelli: e così tutti allegri e lieti per così fatta vendetta, ce ne ritornammo inverso casa. Le robe furono messe in custodia del pubblico, e a Lepolemo fu renduto, secondo le leggi, la riguadagnata sposa: la quale, chiamandomi il suo liberatore, comandò che nel dì delle nozze egli mi fusse empiuta la mangiatoia di buono orzo insino all’orlo, e fecemi dare tanto fieno, che sarebbe bastato ad un cammello battriano. Laonde io quelle crudeli bestemmie uguali alli suoi meriti mandava alla mia Fortuna, la quale mi avesse non in un cane, ma in uno asino trasformato; veggendo che tutti i cani erano pieni e pinzi de’ furti e delle reliquie della grassa cena, ed io mi aveva a empier d’orzo e di fieno. Or posciachè e’ furon consumate le dolcezze della prima notte, la nuova sposa non restò mai di raccomandarmi a’ suoi genitori e al suo marito, insino a tanto ch’e’ non le promisero di ordinarmi supremi e magnifici onori: e chiamati i più cari amici di casa, presero parere in che modo e’ mi potessero degnamente rimunerare. Ad un di loro piaceva ch’io mi stessi in casa rinchiuso sanza affaticarmi, e con buon orzo, buone fave e buone vecce e buono strame fussi pasciuto a mio piacere: ma tutto il consiglio finalmente si risolvette nella sentenzia d’un altro, che ebbe maggior riguardo alla mia libertà, il quale gli persuase ch’e’ mi lasciassero dar piacere e buon tempo per le foreste, e