Pagina:L'asino d'oro.djvu/253

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libro decimo 237

giù di sotto. E tenendo per cosa certa, che questa cosa si avesse col tempo a ricercare, io non volli prender subito il prezzo ch’egli m’avea offerto; ma voltomigli, dissi: Perciocchè io dubito ch’e’ non ce ne abbia di quelli che sieno falsi o leggieri, mettera’li qui in questo sacchetto, e segnera’li col tuo anello; e poscia un altro dì, quando avremo maggiore agio, ce n’andremo al banco, e faremogli vedere: e giuntolo in questa guisa, io gli feci suggellar quel sacchetto col suo suggello. Ora io me l’ho fatto portar dietro da un mio fante, ed ecco ch’io ve lo fo palese: vegga egli e riconosca il suo suggello, e dica in che modo può essere incolpato questo giovane di aver dato quel veleno al suo fratello, il quale ha comprato questo vile schiavo. - Mentre che il valente uomo diceva queste parole, quel pessimo, divenuto come un corpo disotterrato, e tremando dentro a verga a verga, gittava di fuore alcune gocciole d’un sudor freddo come un ghiaccio; e movendo i piedi ora innanzi e ora indietro, e or gittando il capo in qua a ora in là, cominciò con una bocca piccina a masticare non so che inezie, in modo che niuno ragionevolmente l’avrebbe potuto giudicare innocente. Nondimanco il temerario ribaldo, fattosi colla sua audacia incontro al timore, e via discacciatolo, ripreso ardire, e cominciato a ritrovar le vecchie astuzie, colla medesima prontezza d’animo, accusando quel medico di menzogna, negava tutto quello ch’egli avea detto. Ma il ben vissuto vecchio, per non macchiar la netta sua fama nell’ultimo degli anni suoi, con ogni instanza s’ingegnava di mostrare la verità della cosa: e però fatto trarre ad un degli esecutori della giustizia lo anello di dito a quel servo, e confrontatolo col segno di quel sacchetto, e trovato ch’egli era così come il medico diceva, l’ebbero per indizio sufficiente da metterlo alla tortura. Ma nè corda, nè dado, nè stanghetta, nè uovo, nè acqua, nè fuoco, nè cosa del mondo il poterono mai far cangiare d’opinione. Allora il medico, mosso da una giustissima indignazione: Io non patirò, disse, io non patirò che