Pagina:L'asino d'oro.djvu/47

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libro secondo 31

occhi magri e vivi, che sempre par che gettin fuoco; guarda quello andar posato, che voltosi donde vuole, e’ dimostra gravità. E poi soggiunse: Oh il mio Agnolo, io mi sono allevata colla tua madre nella mia più tenera età molti e molti anni, allora quando dimorando in Siena col suo padre, che per la vostra Repubblica vi aveva ufficio d’ambasciadore, abitava nella casa de’ Placidi vicino a Santo Agostino, e poco poscia in Camollia assai vicina alle mie paterne case: e in un medesimo tempo ella nella patria sua e io in questa città n’avemmo sorte di assai felici nozze. Io sono Laura, e penso che tu abbi per avventura sentito fra’ tuoi ricordar alcuna volta questo mio nome. Vientene adunque a casa a sicurtà, anzi fa conto ch’ella sia la casa tua. Allora io, che già per lo suo lungo parlare avea discacciata ogni vergogna, rispondendole assai arditamente, le dissi: Dio mi guardi, la mia donna, che senza cagione abbandoni Petronio, in casa del quale io sono alloggiato; ma, quello che si potrà far senza mio carico, un’altra volta quando mi accaderà capitare in questi paesi, io non mancherò di venire a scavalcare in casa vostra. E mentre che noi eravamo in questi ragionamenti, andati in là pochi passi, arrivammo a casa di Laura. Eran le logge bellissime colle colonne divisate in quattro maniere, delle quali in ciaschedun de’ canti una ne reggeva il simulacro della Vittoria, il quale, tenendo le sdrucciolevoli piante così sospese sopra della basa di quelle colonne, aveva certe ale così maestrevolmente condotte, che e’ pareva che volesse ad ognor volare in altra parte. Vedevasi poscia nel mezzo di quelle logge di candidissimo marmo la statua di Diana di mano di perfettissimo maestro, colla gonna che parendo spinta indietro dal soffiar de’ venti, discopriva, da lei discostandosi, parte dello sguardo della bella figura; la quale tutta snella non mostrava se non di correre incontro a quelli che venivano entro in casa: e due cani, da ognun de’ canti uno, e quelli eziandio di marmo, pareva che guardassero la santa Dea: nel volto della quale