Pagina:L'asino d'oro.djvu/67

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libro secondo 51

la quale abbondevolmente vi soddisfacesse. Dopo le quali parole, per ammonimento del mio famiglio, il quale mi fece intendere ch’egli era alta notte, assai ben pien di vino mi rizzai da tavola; e presa licenzia da Laura, con non saldi passi me ne inviai verso casa: e come noi arrivammo alla prima piazza, perciocchè e’ traeva un grandissimo vento, e’ ci si spense il lume, di maniera che per essere il buio grande, te percossi i piedi per quanti sassi erano per la strada: pure arrivato alfine vicino a casa, e’ mi venne veduto intorno all’uscio tre grandi e grossi uomini, i quali facevano sì sconcio romore intorno a quella porta, che io dissi: e’ la vorranno rovinare: e avvengachè noi fussimo arrivati loro addosso, e’ non mostravano aver temenza di nulla, anzi a gara l’un dell’altro con maggior forza le erano intorno; sicchè a tutti noi, e a me massimamente, e non senza cagione, pareva che fussero crudelissimi ladroni: laonde, trattomi da canto un mio coltello, che per cotali bisogne meco portava, e sanza indugio assaltatili, lo cacciai per li fianchi a ciascun di loro, secondochè io gli trovai combattendo intorno alla porta: tantochè io me li vidi cadere a’ piedi. Ces-