Pagina:L'asino d'oro.djvu/71

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libro terzo 55

la sua innocenza; ma se per vostra umanità voi ne porgerete pubblicamente le pazienti orecchie, io non dubito di farvi toccar con mano, che io sono in pericolo della vita non per mia colpa, ma per fortuito caso d’una ragionevole indegnazione, e a torto sostengo i gridi di sì gran peccato. Perciocchè, tornando iersera un poco tardetto da cenar fuor di casa, essendo assai ben carico (io non posso già negar quello che io conosco esser vero) così del cibo, come del vino, io ritrovai avanti alla porta del mio alloggiamento, cioè intorno a casa di quell’uom dabbene di Petronio vostro cittadino, tre crudelissimi ladroni, i quali cercavan di levar l’uscio d’in su i gangheri, avendo già per forza rotti gli anelli del chiavistello (che Dio sa s’egli era acconcio con diligenza); e cominciando già seco a deliberar della rovina della brigata di casa, uno, il più robusto e di maggior persona, invitava gli altri con queste parole: Orsù giovani, assaltiamo virilmente e con allegra fronte questi dormiglioni; ogni indugio, ogni viltà disgombri il vostro petto; colla spada ignuda in mano non si veda altro che sangue: chi giacerà addormentato, diamogli la morte; chi volesse contrastare, sia rimesso colle ferite: e allora ritorneremo salvi e sicuri, se non rimarrà in casa alcuno salvo o sicuro. Io confesso, pietosi cittadini, che pensandomi di far l’uficio di buon gentiluomo, e de’ miei ospiti e di me stesso forte dubitando, ch’io volli con un picciol pugnale, ch’io per così fatti pericoli era usato di portare allato, dar la caccia, e impaurire quei ribaldoni: ma eglino ostinati e crudeli, non si vollon dar miga a fuggire; anzi, posciachè egli mi videro coll’arme in mano, fecero una valorosa resistenza: la mischia fu grande; e avendomi alla fine il capitano e banderaio degli altri assaltato con una gran forza, e presomi per li cappelli con ambe le mani, e tiratomi all’indietro, per volermi dar un sasso nel capo; il quale mentre che egli chiedeva a un de compagni, io gli menai con salda mano un colpo con tanta felicità, che io lo di-