Pagina:L'asino d'oro.djvu/87

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libro terzo 71

ritornato al mio proprio essere, di vendicarmene sopra del mio cavallo, e’ mi venne veduto attaccato a una colonna, che essendo nel mezzo sosteneva la trave del palco, un tabernacoletto, entro al quale eran dipinte in carta non so che figure, il quale era stato di fresco tutto di rose inghirlandato. Perchè io, conosciuto il buono aiuto, tutto pieno di speranza mi rizzai co’ piedi dinanzi con quella più gagliardia che io poteva, e allungato il collo, e stese le labbra in fuori, cercava di aggiugnere qualcuna di quelle rose: e come volle la mia mala sorte, mentre che io sì mi spenzolava, un mio famiglio, al quale io aveva dato la cura del mio cavallo, come più tosto mi vide, tutto sdegnato si rizzò su, dicendo: E insino a quando sosterrem noi questo animalaccio, molesto poco fa alla biada di quest’altre bestie, e ora alle figure de’ Santi? Deh perchè non azzopp’io e non carico di bastonate oramai questo sacrilego? E cercando di qualche cosa da mazzicarmi, e’ percosse in un fascio di legne; e trattone un pezzo il più grosso e nocchieruto che vi fusse, egli non restò mai di battermi, insintanto che impaurito per un gran fracasso del vicinato, che gridava al ladro al ladro, egli si fuggì. Nè vi andò guari, che un gran viluppo di ladri, aperte le porte di casa per forza, entraron dentro, e la misero a soqquadro tutta; e discacciata per forza una masnada d’armati, che del paese ivi vicino eran venuti per soccorso di Petronio, e tutti con fiaccole e con armi facevano giorno della notte (imperocchè il fuoco e le spade risplendevano non altrimenti che si facci il sole quando e’ si leva) nè se gli lasciando accostare, messasi colle scuri intorno a una guardaroba, che nel mezzo di casa era, ripiena de’ miglioramenti di Petronio, la quale era con fortissimi serrami chiavata, fer tanto che la spezzarono, ed entrativi dentro per forza, misero a bottino ciò che v’era; e fatto fardello, spacciatamente se lo divisero infra di loro: e il numero delle robe era tanto, che avevan carestia di chi le portasse. Sicchè venutisene alla stalla, ei ne tras-