Pagina:L'asino d'oro.djvu/95

Da Wikisource.

libro quarto 79

spogliatisi, e fatto una buona baldoria, tutti si ricrearono; e bagnati coll’acqua calda, e untisi coll’olio, e lavatisi molto bene, si misero a tavola, dove era abbondevolmente da mangiare. E a fatica si erano posti a sedere, ed eccoti venire più che altrettanti giovani, i quali subito che io gli vidi, io giudicai che fussero similmente ladroni; imperocchè, ed essi ancora, oltre a che e’ non avevano la miglior aria del mondo, vennero carichi e d’oro e d’ariento, di veste d’oro e di seta, e d’altre robe di pregio: i quali lavatisi colla medesima acqua, senz’altro dire, si misero a tavola con quegli altri; e tratto per sorte chi avesse a servire, mangiarono così alla carlona: l’una vivanda era sopra l’altra, l’un pane addosso all’altro; una squadra di bicchieri, una filatessa d’orciuoli erano in sulla tavola: mettono la casa a romore cianciando, cantano gridando, e scherzando si dicono villania: nè pareva altrimenti questo lor convito, che si paresse quello, secondochè scrivono i poeti, de’ Centauri e de’ Lapiti. E mentre tutta la casa rimbombava del lor gridare, e’ si rizzò su uno, il quale mostrava essere e colle forze e coll’ardire superiore a tutti gli altri; e disse: Noi avemo con grande animo certamente espugnata la casa di Petronio, e oltre alla copia di così gran fortuna acquistata per nostra virtù, noi siam tornati colla salvezza di tutto il nostro esercito; e se egli ci mancava nulla, aviamo menato otto piedi di più: ma voi altri che andaste a Vinegia, siete tornati senza il vostro fortissimo capitano, avete diminuito il vostro numero; la salute del quale io anteporrei, e meritamente, a tutte coteste robe che voi ne avete portate: la sua virtù, l’animo suo grande ce lo hanno tolto. Sieno adunque celebrate le prodezze sue tra le memorie degl’incliti re e de’ vittoriosissimi capitani: e voi altri ladroncelli andatevene per le stufe e per le case delle povere vecchierelle rubando ogni cosellina, e mettendo in pericolo se alcuno ve n’è fra voi che abbi in pregio l’onore, per picciola anzi per nessuna cosa talora. Allora un di que’ ch’eran venuti