Pagina:L'asino d'oro.djvu/97

Da Wikisource.

libro quarto 81

duta ogni cosa, senza far romore alcuno, ne venne alla porta, e preso un buon chiovo, conficcò la mano del nostro fortissimo capitano in una di quelle tavole dell’uscio; e lasciandolo attaccato a così crudel modo, se ne salse sul tetto della sua casetta, e d’indi gridando quanto mai della gola gli usciva, e chiamando i vicini tutti per nome, e ricordando loro il ben pubblico, diceva che in casa sua era appiccato il fuoco: laonde i vicini, ognun per tema delle cose sue proprie, corsero prestamente a dargli aiuto. Trovandoci noi adunque nel mezzo di così taglienti forbici, e bisognandoci o abbandonare il compagno, o esser giunti tutti in sul furto, pigliammo, di suo consentimento però, quel miglior rimedio che ne porgeva la presente strettezza: e messo mano un di noi per un tagliente coltello, e menandogli uno gran colpo sulla appiccatura della spalla, che passò a sesta per la commettitura dell’osso, gli spiccammo il braccio, e dipoi fasciata la ferita, e rivoltatala con molti panni, a cagione che le gocciole di sangue non discoprissero, cadendo, donde noi eravamo andati, prestamente nel riportammo. E mentre che noi ce ne venivamo, forzati, per tema d’esser sopraggiunti, a darla a gambe, nè essendo abile quel valente uomo nè a correr quanto bisognava, nè a rimaner quivi senza manifesto pericolo della vita e di scoprirne tutti noi altri, dolendosi della sua disgrazia, e rammaricandosi, ci pregava per la buona compagnia, per la fede, e per lo saramento che era fra noi, che noi liberassimo il nostro buon commilitone e dalla pena del tagliato braccio, e dal pericolo dell’esser preso e messo a mille strazj: concioffussecosachè egli non era onore a uno fortissimo ladrone, come egli era, sopravvivere a quella rapace mano, colla quale egli era avvezzo a rubare, ad assassinare e sgozzare uomini; e che gli pareva essere assai beato, ogni volta che gli fusse concesso, volendo egli, morire con colpo d’amica mano. E accorgendosi finalmente, che egli non poteva persuadere ad alcun di noi, che spontaneamente commettesse così fatto