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l’edera 77


— Voi delirate, — riprese prete Virdis. — Ve l’ho già detto mille volte; è una malattia la vostra, una mania di persecuzione. Chi pensa a farvi del male? E perchè? E se pensate questo, perchè rimanete qui?

— E dove andare? — chiese il vecchio, piangendo. Io non ho casa, non ho fratelli, non ho amici. Nessuno mi vuol bene. Dovunque vada ci sarà sempre qualcuno che avrà intenzione di derubarmi. Tutti mi odiano perchè ho con me pochi soldi. L’aria stessa mi è nemica e non si lascia respirare da me...

— Zua Dechè, buttateli via, allora, questi pochi soldi: o fate una opera di carità... Quando non avrete più niente...

— Quando non avrò più niente sarà peggio ancora: sarò considerato come un cane vecchio, come un cavallo vecchio...

— Va bene! Vi uccideranno lo stesso! — esclamò il prete, adirandosi. — Zua, Zua, il vostro male è davvero inguaribile... E siete voi che non avete timor di Dio. E siete voi che non amate nessuno, che non avete mai amato nessuno...

— Io... Io...

— Sì, voi, compare Zua! Chi avete mai amato, voi? I denari soltanto. Quante volte vi ho detto, molti e molti anni or sono: «Compare, createvi una famiglia: compare, seguite i precetti di Dio...»

— Nessuno meglio di me ha seguito i precetti di Dio. Io non ho mai peccato, non ho rubato, non ho ucciso, non ho deposto il falso, non ho guardato la donna altrui. Ma Dio è ingiusto...