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guiffare. 257


nella Lex. Bavar. tit. 9, e nella Lex. Longob. lib. 3, tit. 3, e poi negli Stat. Venet. all’anno 1284 sotto la forma di Guiffa o Guilfa. Il bl. wifa, riposava su aat. wiffa, wifa, d’ug. sig.; che nel mat. diè wife, weifen; e dial. del tm. [bav. svizz. svev.] wife, wif; e bt. wîp, wîpe, wîpen. Spetta qui anche tm. Weife, ma con senso di “aspo, arcolajo”; corrispondente quindi ai deriv. it. guaffile, gueffa. La rad. del nome ger. wifa è vb. aat. wîfan, wîfen, mat. wîfen, avvolgere, attorcere; infatti la wiffa o guiffa era in origine “paglia o cencio avvolto ad un bastone” che ponevasi ai confini d’un campo o sopra una casa, come, al dire dello Schade, praticasi tuttavia nella Prussia orientale. Questo vb. wîfan, ha per corrispondente got. veipan, incoronare, da cui fr. guiper, innaspare, e guipure. Nel campo ger. spettano qui un gruppo numeroso di parole. La rad. ger. è vip che si svolse da rad. preger. vib, la quale ultima appare anche in l. vib-rare, con l’idea generale di “movimento”. Guiffa vive tuttora in Italia sotto le forme di Biffa che è proprio anche della lingua scritta, e di Giffa che era comune a Lucca nel sec. 16º nello stesso senso, e vicinissimo di forma a fr. giffer. V. Aggueffare, Guaffile, Gueffa, Gueffo.

Guiffare, imporre la guiffa. Questo vb. del bl. (Lex Long. di Liutp.) non penetrò nell’it.; ricorre però nell’afr. sotto la forma di giffer, fare una croce sur una casa in segno di confisca. Lo Schade, p. 1148. dice che è difficile stabilire con sicurezza se il longob. wifare, wiffare, guifare, guiffare, contrassegnare alcunchè con una guiffa, sia da ricondurre al vb. aat. wîfan, avvolgere, ovvero al denom. aat. wîffan, fare una guiffa, formatosi dal nome wifa. Io credo peraltro che il vb. longob. siasi formato sul territorio lat. indipendentemente dai verbi ger.. cioè dal nome longob. stesso. Del resto questo vb. sopravvive tuttavia, nel significato di “porre la guiffa”, nel bav. weifen, e bt. wîpen; l’ing. vîpe, vale “strofinare”.


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