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394 rebbio — recare.

anche in senso morale. La comparsa relativamente tarda che fa in rom. questo nome non ci autorizza a ritenere assolutamente ch’esso venisse importato durante le invasioni dei barbari. Potrebbe anche essere penetrato più tardi: se pure non è di quei nomi stranieri che prima di entrare nella lingua scritta vegetarono a lungo nei dialetti (infatti questo si trova in parecchi dial. ital.); nel qual caso sarebbe stato introdotto fra noi dai Longobardi.

Rebbio, ramo della forca, e le punte della forchetta (Redi). Il Diez dichiara che questa è voce d’orig. incerta. Tuttavia riconosce che se accanto a tm. Riffel, gramola, aat. riffel, forca con punte, si potesse supporre l’esistenza d’un aat. rippel, ciò basterebbe per ispiegare la parola it. Questo aat. * rippel risponderebbe ad ol. reppen, ing. ripple d’ug. sig.

Recare, portare, condurre, porgere, presentare, cagionare, disporre, indurre (Novellin., Dante). Nelle lingue neol. non ha altro corrispondente che occit. antiq. arecar d’ug. sig. La sua base è aat. recchan recchen rechen reken, mat. recken reken, stendere, allungare, alzare, eccitare, cagionare, disporre, assettare, porgere, tendere, aspirare: donde tm. recken, allungare, porgere, ol. rekken stendere, dal quale ultimo dipende ing. to rack, stendere, tormentare. Il got. era [uf] rakian, stendere, allungare, a cui si riferisce anche got. rahtôn, porgere. Non si può pensare a trarre il vb. it. da aat. reichan, reihhen, porgere, stendere, tm. reichen, ags. ráecan raecean, ing. to reach, perchè, nota il Diez, da aat. reichan sarebbesi avuto un it. racare. Il Kluge rileva che i due ceppi got. raikjan da cui aat. reichan tm. reichen, e got. rakian donde aat. recchan tm. recken, benchè apparentemente così vicini di forma, e identici di senso, non sono tuttavia affini. Però il ceppo di got. rakia aat. recchan donde it. recare, colla sua rad. rak da preger. rag si presta a molteplici ravvicinamenti dentro e fuori del campo ger. Dentro gli si ranno-