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404 roffia — romire.


rocchettare valgano “piegare”, con una certa analogia ad anrd. hrucka, gael. roc, ruga, grinza, crespa, e ad ing. to ruck, aggrinzarsi.

Roffia, sozzura, mondiglia, nuvolaglia (Dante, Buti). Rispondono: piem. com. rufa, mil. ruff, escara, crosta, venez. rufa immondezza, impurità, romag. rofia, rofla, scaglie del capo, golpe del grano, afr. roife, rofée, borgog. rouffle escara, crosta. Il ceppo rom. deriva da aat. hruf ruf mat. ruf pustola, escara, rogna, escrescenza, anrd. hrufa, hryfi, ruf ol. rof escara, lebbra, asprezza, ags. hréof lebbroso. In quel campo c’è inoltre: svizz. rüfe, riefe escara, crosta, eruzione cutanea, bav. ruf, rufen, ruft superficie aspra o crosta, rufig rüftig aspro, grinzo, carint. rüfrik ruvido, crostoso.

Romire (antiq.), fremire, fremere, romoreggiare (Sen. Pist.; G. Villani; M. Villani, Fav. Esopo). Questo vb. proprio fra le neol. solo della lingua it. procedette regolarmente da as. hrômîan hruomjen, aat. hrôman hrômen, hruoman, hruomen, ruomman, ruommen, ruomen, hrûmen, mat. ruomen ruëmen, ags. hrêman, tm. rühmen, magnificare vantare, lodare, esaltare, gloriare. In origine questo vb. doveva avere per signif. fondamentale “gridare, fare rumore”, essendo ovvia la ragione del passaggio logico dal concetto di “grido, rumore” a quello di “gloria”. Difatti il sost. as. hrôm, hruom, aat. hrôm, hroam, hruom, ruom, ruam, mat. ruom, ruon rûm, ags. hréam vale precisamente dapprima “grido, rumore”; poi passa ai sensi di “ode, esaltazione gloria, superbia, arroganza” Dal che si deduce anche che il nome è anteriore al verbo; giacchè dei due concetti di “grido, rumore” e “lode, gloria” de’ quali l’uno è affatto materiale e primitivo l’altro morale e riflesso, il vb. possiede solo il secondo, mentre il nome li riunisce in sè ambedue. Dico possiede solo il secondo: e con ciò voglio dire che dai documenti non risulta che presenti il primo; ma il fatto che con questo signif. passò