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116 l'ombra del passato

stante i suoi continui brontolii, era buono, amantissimo della sua famiglia.

Anche la mamma era tanto buona: era una martire, una vittima della povertà. A misura che cresceva, Adone sentiva di amare intensamente la sua povera mamma, e soffriva perchè non poteva subito aiutarla. Tognina invece non era buona. Non era cattiva, ma neppure buona. Egli però ne sapeva il perchè: glielo aveva detto la zolfanellaja. Tognina era ricca e i ricchi non sono mai buoni: amano troppo il loro denaro per poter amare il prossimo. Ma verrà un giorno... Verrà un giorno in cui i poveri saran ricchi e i ricchi poveri! Allora... Allora questi sapranno quanto è triste non essere amati.

— Ma io vorrò bene a tutti, anche se diventerò ricco, — prometteva Adone a sè stesso. — Come si fa a non voler bene a tutti?

Però al Pirloccia sentiva che non avrebbe mai potuto voler bene: l’ometto lo perseguitava troppo, era troppo cattivo. Perchè era così? Forse perchè girava il mondo. Sì, una volta il maestro aveva detto: «Fanciulli, amate i campi, la sacra natura: l’uomo dei campi è l’essere che più s’avvicina alla perfezione: egli non conosce le corruzioni e le ipocrisie del mondo, e conserva la sua anima semplice e pura».

Che cosa fossero le corruzioni e le ipocrisie del mondo Adone ancora non sapeva: sapeva però che Pirloccia aveva veduto molte città, molte nazioni, e che era diverso dagli altri abitanti di Casalino. Sì, ma anche Davide viveva in una grande città,