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Pagina:L'ombra del passato.djvu/168

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164 l'ombra del passato


Ma un giorno Adone sentì lo studente beffarsi della vecchia marchesa.

— Non parla che di topi! Il palazzo ne è infestato ed ella ne ha una gran paura. Mi ha domandato se in casa mia c’erano topi!...

— Se viene a vedere gliene metto uno sotto la gonna, — disse la zolfanellaja.

E Adone aggiunse, incoraggiato dall'esempio della donna:

— E se viene in camera mia gliene metto dieci, anzi venti, anzi cento! Tutti quelli che vuole.

E rise al suo modo solito, gettando la testa all’indietro e giungendo le mani.

Passò l’estate, s’inoltrò l’autunno: nulla di straordinario avvenne. In ottobre lo zio Carlino venne a passare alcuni giorni al paese, ma andò ad ospitare presso altri parenti, e Adone lo vide appena due o tre volte. Anche lo zio Carlino non pensava più a lui.

Poi cominciò il tempo nebbioso. Davide partì, la marchesa partì. La figura di Jusfin tornò a dominare, sola e solenne, dietro il cancello chiuso.

E Adone ritornò a scuola, riprendendo le sue relazioni con Marco.

Egli aveva di nuovo il suo mantellaccio, che ora non sfiorava più il suolo; e naturalmente egli