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l'ombra del passato 371

Via ogni scrupolo, ogni stupida paura. Egli vuole sottrarsi all’ombra del passato che lo avvolge ancora come un tempo il mantellaccio rattoppato.

E per cominciare egli si propone di entrare in camera della zia, anche violentemente, e di strappare dal cuore appassito della misteriosa creatura, come l’oro dalle viscere secche della mummia, il segreto della sua fortuna legittima. Poi verranno altre fortune ancora, più grandi se non altrettanto legittime! E per cominciare, ancora prima di arrivare a casa sua, egli solleva gli occhi alla finestra dove Maddalena, di solito, lo aspetta. Ma la sorte, che egli sfida, comincia a sua volta ad irriderlo. Giusto questa sera la finestra è chiusa!

Egli rientrò a casa deciso di parlare subito con la zia. Ma nell’atrio, dove Carissima cuciva ancora, il Pirloccia finiva di scrivere una cartolina col suo inchiostro sbiadito e la sua penna arrugginita.

Adone passò oltre: ma quando egli fu sulla scaletta Carissima lasciò la macchina, lo raggiunse e gli disse con aria di mistero:

— Se rientravi poco fa trovavi Jusfin.

Egli non rispose, ma volse vivacemente la testa.

— Sì, poco fa! Mi ha pregato di andare al palazzo, per cucire dei tappeti!

— E che m’importa! — egli disse ruvidamente.