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Pagina:L'ombra del passato.djvu/393

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l'ombra del passato 389


Ritardò di qualche giorno la sua partenza, e per altre due notti attesa Maddalena al cancello, esponendosi alla curiosità dei pochi passanti.

Gli pareva che Maddalena sarebbe venuta, anche senza esser chiamata, per sola forza suggestiva.

Una forza irresistibile li avvicinava. Essi sapevano di amarsi; si conoscevano da anni ed anni, da un’epoca remota: e si avvicinavano l’uno all’altro per un’attrazione fatale, come gli astri che si incontrano nello spazio. Egli pensava a questo incontro come ad un avvenimento inevitabile. E diceva a sè stesso che era suo dovere arrivare fino a Maddalena per domandarle perdono e dirle che non dovevano amarsi. Avrebbero pianto assieme; poi si sarebbero lasciati per sempre. Ma pensando così egli si accorgeva di mentire a sè stesso. Sentiva che la passione lo trascinava. Maddalena era per lui come il simbolo della fortuna, ma sopratutto era l’amore colpevole, con tutti i suoi attraenti misteri.

Quando egli vide ch’ella non veniva al fantastico appuntamento, pensò di arrivare direttamente fino a lei. Non era in obbligo d’andare a salutarla, prima di partire? Non era stata gentile con lui? Ma egli riconiò le chiacchiere di Carissima; ebbe paura d’essere spiato, di non essere ricevuto, e non andò.

E le scrisse ancora, deciso, questa volta, di non aflidare al vento pietoso le sue parole.

«Addio! Domani sarò lontano, e il deserto della vita ci dividerà per sempre. Ma ella non mi ha