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dera stesso non dubitò di scrivere aver egli a gran pezza vantaggiato tutti i suoi successori. Onorato dai Magistrati, amato da’ suoi allievi, riverito da tutti, morì di colica in Padova addì 8 Gennajo del 1589, dopo ventitrè anni e tre mesi da che reggeva l’Orto, e la doppia scuola della lettura e della ostensione dei semplici. Pubblicò molte opere, e sono:
Apologiae adversus Petrum Andream Matthiolum. Liber primus, qui inscribitur Theon. Patavii ap. Percacchium 1558, 4.°
Papyrus, hoc est Commentarius in tria C. Plinii majoris de Papyro capita: accessere Hieron. Mercurialis repugnantia, qua pro Galeno strenue pugnatur. Item Melchioris Guilandini assertio sententiae in Galenum a se pronunciatae, ac ejusdem Glossemata in praecedens Hier. Mercurialis caput. Venet. apud Ant. Ulmum 1572, 4.°
Epistola de quibusdam stirpibus ad Conradum Gesnerum.
De stirpibus aliquot Epistolae V. Patav. 1558, 4.°
Problemata XX.
Descriptio aviculae indicae, quae in perpetuo volatu est, quaeque dicitur Manuco- Diaca, vel Manucodiata.
Conjectanea synonimica plantarum. Pat. 1591. Eadem publicante Jo. Georgio Schenckio. Francof. 1600, 8.°
Lasciò morendo i suoi libri, che ora trovansi nella Marciana in Venezia, e buona parte delle sue sostanze alla Repubbliса, che lo avea colmo d’onori e di benefizii; l’altra parte legolla a Benedetto Zorzi, cui era affezionatissimo . Fu sepolto nel chiostro di S. Antonio. Ebbe nemici acerrimi il Mattioli, lo Scaligero, il Casaubono; lodatori i primi botanici del suo tempo; amicissimo il Falloppio; seguaci di sua dottrina moltissimi, fra’ quali un per tutti, Prospero Alpino. Durante la prefettura di lui nella coltura dell’Orto a Jacopo Trevisan era succeduto nel Marzo del 1565 Francesco Farinante, ed a questo il dì 1.° Gennajo del 1566 Matteo Borghesan, che vi stette fino al 1574, così attestandolo gli atti di questa Università.