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La Solitaria Malinconia, e solitudine di D. Ciccio.

ccxxiv.
E
Ssi al pover D. Ciccio augumentata

     Sì fattamente la Malinconia,
     Che con una ceraccia emaciata
     4Pare il ritratto de la Carestia.
Datosi a solitudine ostinata
     il dì stà sempre in Casa, e sol va via
     Girando, come un’anima dannata
     8Di notte tempo senza compagnia.
Or se ben v’è chi ciò crede un effetto
     Prodotto da malefiche invasioni;
     11Pure io lo stimo un natural difetto;
Ch’ove di notte sogliono i C....
     Andar vagando a lor piacere in letto,
     14Il dì stan sempre chiusi entro i Calzoni.


Nel tempo che l’Armata Veneta bombardava le fortezze della Morea.
Al Sig. Co: Ronchi.

ccxxv.
C
Onte, non odi ancor come rimbombe

     L’Ionio Ciel di barbari lamenti
     Or, ch’a far scempio de l’Odrisie genti
     4Forman bellico invito Adriache trombe!
Odo il fischio ben io d’aeree bombe,
     Che per la via dell’etra erran frementi
     E funeste del suol Comete ardenti,
     8A l’estinte falangi apron le tombe.
Ma di mia penna il picciolo cannone
     Caricato da me per proprio spasso
     11Con la semplice palla d’un C....
Ha fatto insino ad or sì gran fracasso,
     Che i bronzi là del Veneto Leone
     14Non ne fan tanto a Lepanto, e Patrasso.



Obli-