Pagina:La Cicceide legittima.djvu/212

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          Non ha colpa la fiamma, nè la paglia;
          Ma colpa è di colui, che ’l foco piglia,
          E in mezzo ad essa incenditor lo scaglia.
     100Dunque lei sola il giusto ferro assaglia,
     E a vendicar s’affrette
     In lei che sola errò,
     L’assassinate mie scarse gazzette.
104Ma così poco giro
     Avran le mie vendette?
     Dunque ad un segno solo
     Indrizzeranno il volo
     108De l’ira mia le deboli saette?
     Oibò, vil core, oibò!
     Non si perdoni nò,
     Ma di sì reo delitto
     112Paghi ciascun di lor la pena intera,
     E nel comun conflitto,
     Purch’il reo non si salvi, il giusto pera.
Così dicea, pentito
     116Del promesso perdono,
     D. Ciccio inviperito,
     Quando con alto suono,
     Ch’assordò la contrada,
     120Sfoderata la spada,
     Olà (gridò di nuovo) a chi dich’io?
     Così si tratta un Cavalier par mio?
Al rinchiuso Rival, ch’udia frattanto
     124Con rincrescevol tedio
     Far sì lungo intermedio,
     E ripigliar le braverie da capo,
     Gonfiossi a segno il capo,
     128Che per disciorre il mal sofferto assedio,
     Fattosi finalmente animo, e core
     Vestissi, aprì la porta, e balzò fuore.


Ma