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La convalescenza di D. Ciccio.

xl.
P
Er ristorar D. Ciccio il corpo lasso

 Dal grave mal, che l’ha fin ora oppresso,
     E reso tal che non può fare un passo
     4Senza l’ajuto di qualc’uno appresso.
Dal patrio suol, ch’è paludoso, e basso,
     Ha risoluto di partirsi adesso,
     E gir su i colli Grafagnini a spasso,
     8Dove è l’aer più puro, e men compresso.
Ma temo assai del fin, per cui s’è mosso:
     E non sò, se quel mal, che l’ha percusso,
     11Gli si torrà per questa via da dosso;
Ch’io non comprendo, e ben capir nol posso,
     Come sia per trovar salubre influsso
     14Sotto un aria sottile un C.... grosso.


La Rogna
Al signor Mario Fiorentini.

xli.
M
Ario, da che D. Ciccio ebbe il favore

 Degli Astri onde guarì dalla penosa,
     E grave infermità di quel tumore,
     4Che fe la vita sua pericolosa,
Odo aver cominciato a dargli fuore
     Una Rogna sì fiera, e sì rabbiosa,
     Ch’essendo il poverello a tutte l’ore
     8Occupato in grattar mai non riposa.
Ma questa nuova sua disavventura
     Non è creduta, e con effetto ei pare,
     11Che sia, per così, dir contro natura.
In somma in lui tal cosa è singolare,
     Che le Piattole sol di lor natura
     14Soglion a’ pari suoi dar da grattare.




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