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La solitudine ippocondrica di D. Ciccio.

xliv.
D.
Ciccio, e non si sà per qual cagione,

 Ha dato in una gran malinconìa;
     Onde sempre sta sol, ne più, qual pria,
     4Si vede a praticar tra le persone;
Anzi a termine tal d’alterazione
     E’ giunta la sua fissa ippocondria,
     Che nè pure a veder chi va per via,
     8S’affaccia più sul solito balcone.
Ma come con politica maestra
     Per più di stima i Re de’ Turchi usoro
     11Sempre alla solitudine silvestra,
Così pure i C .... per più decoro,
     Senza nè pur mai farsì a la finestra,
     14Stan ritirati sempre in casa loro.


La solitaria ippocondria di D. Ciccio.

xlv.
C
Hi vi mira Signor solo, e soletto

 Andar così sul terrapieno a spasso,
     Con la mente sospesa, e ’l capo basso,
     4Come se v’aspettaste il cataletto,
E’ di parer, ch’ippocondriaco affetto
     V’abbia messe le viscere in sconquasso,
     E quindi poi sia consigliato il passo
     8A più non frequentar la piazza, e ’l Ghetto.
Io però dico, e’l dico a gran ragione,
     Che voi, come non scritto in questo ruolo,
     11Il fate per diversa altra cagione.
Cioè, per far conoscer, che non solo,
     (Quale il mondo vi tien) sete un C....
     14Ma che sete un C.... unico, e solo.




B2 La