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si sparge sangue di popolo, si versano lagrime, si combatte, si soffre, si bestemmia e si muore!
Faremo noi coro alla filosofia del diritto solo, e facendo alla nostra malata la diagnosi del suo malore le diremo, è l’inerzia che arresta nelle tue vene la potente circolazione, e mentre lascia dracciate ed anemiche le fonti vitali, produce parziali congestioni restando così deviato quell’umor prezioso che deve diffondere vita e calore in tutto il corpo? oppure, è la servitù e la ignoranza che ti travolgono piedi e mani legate nel sudario, e ti lasciano dissanguata in preda a tetanici sussulti? Alzati dunque e cammina, tu hai diritto al moto; respingi da te le bende mortuarie, tu hai diritto al benessere ed alla gioia! Sì è vero, i diritti stanno, ma non è ella una spietata ironia dire alla puppilla inferma, tu hai diritto di vedere! all’ignorante, tu hai diritto di sapere! al zoppo, tu hai diritto di correre?
Oh curiamo prima l’occhio malato, eppoi diciamogli guarda! coltiviamo quel cervello eppoi diciamogli studia! distendiamo quei tendini eppoi diremogli cammina!
L’umanità ha bisogno d’essere amata, sinceramente e vivamente amata, ed amata senza altra passione che del suo bene, senza altro interesse che del suo meglio.
Amare! Ecco il divino concetto, ecco il miglior dei sistemi, la prima delle filosofie, il più efficace dei farmachi, la più sapiente delle legislazioni, il principio e la fine della scienza sociale.
Quel malato migliora, che ha nel suo medico gran fiducia. Quell’esercito marcia infallibilmente alla vittoria, che è condotto da un duce che adora. Niuno dorme sonni più beati del bambino in grembo alla madre.
L’umanità sarà di chi saprà amarla, e di chi saprà provarglielo meglio. Ciò non capirono in