Pagina:La Donna e i suoi rapporti sociali.djvu/138

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Ed accennandovi i patrii interessi io già vi supponevo tutte, a non dubitarne, informate ai sacri doveri di cittadine. Nè crediate che le convinzioni vostre poco giovino alla causa nazionale. Voi partorite ed educate la generazione nascente, alla quale incombe di compiere i destini dell’Italia; succhi dessa dunque col vostro latte la religion della patria. Veggano i vostri sposi, amanti, fratelli ed amici la sacra fiamma che il petto vi riscalda; veggano i sacrificii che liete e sollecite recate sull’altare dei patrii bisogni, sacrificii d’oro e di figli, sacrificii d’amore e di famiglia, e ne siano punti a generosa emulazione. Animata la donna dal supremo culto della patria, supera sè stessa, scorda la debolezza della fibra e la delicatezza dei nervi, e giunge talora a far arrossire l’uomo coi prodigi del suo valore.

Allorchè Mario nella guerra contro i Teutoni ed i Cimbri volse in fuga una nazione di barbari detti Ambroni, le costoro donne si fecero loro incontro armate di spade e di scudi rimproverando loro la vile fuga, uccidendo e ferendo nemici e fuggitivi, e non rinculando mai fino agli estremi. Lo stesso fecero le donne Cimbre.

I racconti di Tacito intorno alle donne britanniche ci fanno manifesto che, più degli uomini, erano in quella nazione valorose le donne.

Quando Svetonio Paolino assalì l’isola di Mona possente di popolo e ricetto dei rivoltosi, stavansi armati e stretti i nemici sul lido frammisti a molte donne. Dopo la presa dell’isola, Svetonio dovette affrontare le schiere britanniche capitanate da Baodicea moglie dell’estinto Prasutago, la quale circondata dalle sue figlie gridava esser le donne use in Brettagna a maneggiar la guerra; ma non venir ella allora a diffondere quel regno, sibbene a vendicare i colpi di bastone ricevuti dai Romani e l’onore oltraggiato delle sue figlie.