Pagina:La Donna e i suoi rapporti sociali.djvu/156

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lunniate tutto il sesso vostro, che potentemente e vittoriosamente vi risponde col linguaggio dei fatti.

Sì, la donna, benché da mille materiali impacci circondata, a gran dispetto d’una educazione che altamente le raccomanda di saper meno che le sia possibile, di sotto all’immane pondo d’una opinione orba di senso morale, che le perdona più presto il mal costume che non il sapere1, ha saputo ben sovente giungere attraverso a mille ostacoli a mordere il pane della sapienza ed a ristorare le assetate labbra nelle onde immortali d’Ippocrene. Nè le scienze esatte, nè le speculative, nè le opere della fantasia, nè quelle del gusto, nè le arti estetiche, nè le strategiche la trovarono insuscettibile, laonde ciò veggendo cantava lo divino Ariosto:

«Le donne son venute in eccellenza
«In ogni arie dove han posto cura».

E questo vi ripete l’antica Didone, che fondava Cartagine e la sua prosperità.

La temuta Semiramide, che gettò le fondamenta di quello impero babilonico che assorbir dovea l’Asia tutta, ed i popoli civilizzò e le arti incoraggiò e protesse, e saggia legislazione impose, e vasti ebbe i concetti ed il braccio intraprendente.

La fortissima Zenobia, che tenne salde le conquiste del consorte, le estese, e gli eserciti sem-

  1. Thòmas nel suo Essay sur les femmes, pagina 196, scrive: «Dans les siècles les plus eclairés on ne pardonnera pas aux femmes de s’instruire. Le gout des lettres a été regardé comme une sorte de mésalliance pour les grands ed un pédantisme pour les femmes. Quelques unes bravérent ce prejugé, mais on leur en fit un crime.